In tutte le epoche e in tutte le culture sono esistite persone che non si sentivano di appartenere al sesso che è stato loro assegnato alla nascita.
Oggi la medicina viene in contro a queste persone e le aiuta ad adeguare il proprio aspetto ed il proprio corpo al sesso a cui si sentono di appartenere.
Una volta presa la decisione, e iniziata la procedura di modificamento del proprio corpo è sempre più difficile tornare indietro. Per questo motivo il nostro Gender Team che riunisce diversi specialisti ha a cuore ogni paziente e cerca di aiutarlo nel suo percorso fino alla sua completa trasformazione e soddisfazione personale.
La vulvo-vaginoplastica è un intervento chirurgico con il quale i genitali maschili vengono adeguati in tal modo da diventare simili ai genitali femminili. L’intervento viene praticato nel paziente transessuale (MtF) per far sì che l’aspetto e la funzionalità dei genitali siano il più possibile simili al genere desiderato femminile.
Lo scopo di questo intervento chirurgico e di aiutare la paziente transessuale ad alleviare la disforia di genere.
La nostra attività di medicina e chirurgia transessuale si attiene alle linee guida previste dal WPATH (World Professional Association for Transgender Health).
È possibile procedere all’ intervento chirurgico di adeguamento dei caratteri sessuali solo se si è in possesso dei seguenti documenti:
Esistono diverse tecniche chirurgiche che vengono utilizzate nell’ambito della chirurgia urogenitale ricostruttiva con lo scopo della riassegnazione del genere da sesso maschile a sesso femminile. La tecnica proposta e a scelta del chirurgo che esegue l’intervento. Si procede coll’intervento (operazione) dopo che la tecnica chirurgica viene presentata alla paziente e dopo che il chirurgo ottiene la dichiarazione di consenso all'intervento chirurgio da parte della paziente.
L’intervento è diviso in due conseguenti fasi: la fase chirurgica demolitiva e quella ricostruttiva.
La fase demolitiva consiste nella formazione di lembi cutanei che saranno utilizzati nella fase ricostruttiva e dell’asportazione degli organi maschili tra quali i testicoli, i corpi cavernosi, parte del glande e l’uretra peniena.
La fase ricostruttiva consiste nella costruzione della neo-vagina, del neo-clitoride con il prepuzio neo-clitorideo, dell’uretra del tipo femminile e delle grandi e piccole labbra.
La procedura consiste nel:
1. Il lembo cutaneo scrotale viene formato chirurgicamente.
2. I testicoli vengono rimossi insieme al funicolo il più vicino possibilmente all’anulo inguinale esterno del canale inguinale.
3. La cute del pene viene incisa ventralmente e il lembo di cute peniena viene diviso (degloving) dal pene.
4. L’uretra maschile viene accorciata al livello del clitoride femminile. L’uretra viene spatolata per formare il meato uretrale a livello dell’uretra femminile e per formare un lembo mucoso che unisce il meato al clitoride.
5. Il fascio vascolare e nervoso del pene (neuro-vascular bundle) viene mobilizzato e conservato.
6. Una parte del glande viene sezionata e cucita a forma di neo-clitoride. La cute del prepuzio interno viene preservata per poter creare il prepuzio del clitoride.
7. I corpi cavernosi vengono rimossi completamente.
8. La cavità della neo-vagina viene chirurgicamente sviluppata entrando nella fascia di denonvillier tra la prostata e il retto (la profondità della cavita può variare a seconda dell’anatomia del paziente. La profondità della neo-vagina può dipendere anche dal tessuto cutaneo disponibile.).
9. Il lembo cutaneo penieno e il lembo cutaneo scrotale vengono uniti e posizionati nella cavità preformata tra la prostata e il retto per così formare la neo-vagina.
10. Il lembo cutaneo penieno viene inciso al centro per creare lo spazio della vulva che comprende l’uretra femminile e il neo-clitoride.
11. L’aspetto esteriore della vulva viene finalizzato con la creazione del prepuzio del neo clitoride e le grandi labbra.
12. La formazione delle piccole labbra varia a seconda delle possibilità anatomiche e del tessuto disponibile dopo l’utilizzo del lembo cutaneo penieno e dopo la formazione del prepuzio clitorideo con l’utilizzo della cute del prepuzio interno del pene.
In caso di vulvo-vaginoplastica con inversione peniena senza lembo cutaneo scrotale, la neo-vagina viene creata solamente con l’utilizzo del lembo cutaneo penieno.
La pelle del pene e dello scroto viene utilizzata per formare la neo-vagina durante l’intervento e per questo motivo è fondamentale la rimozione dei peli (elettrolisi) dall’area genitale prima dell’intervento per evitare la presenza di peli nella neo-vagina dopo l’intervento. Saranno presentate alla paziente le istruzioni di rimozione dei peli dall’area genitale.
La vulvo-vaginoplastica nel paziente transessuale è un intervento che ha di conseguenza la permanente e irreversibile incapacità di riproduzione. È necessaria la consapevolezza di questo fatto prima di sottoporsi all’intervento poiché l’intervento consiste nell’eliminazione di organi riproduttivi (testicoli). Vi è possibile conservare il liquido seminale prima dell’intervento. In tal caso la paziente deve informare il chirurgo di questo desiderio prima dell’intervento.
L’intervento di vulvo-vaginoplastica è una procedura complessa, dura mediamente cca. quattro/cinque ore e richiede una degenza media di cinque giorni.
Dopo l’intervento è necessario lo sviluppo di nuove routine giornaliere per poter conservare la qualità del risultato ottenuto.
Dalla seconda settimana è necessario l'utilizzo dei tutori rigidi per effettuare dilatazioni periodiche. È indispensabile osservare scrupolosamente le prescrizioni ed attenersi al protocollo di dilatazioni previsto per evitare la tendenza naturale dei tessuti a ridurre il diametro e la profondità della neo-cavità. Così facendo si può mantenere il risultato funzionale nel tempo.
Prima dell'intervento viene mostrato alla paziente Il protocollo di dilatazione e dopo l'intervento le viene insegnata la giusta tecnica.
Con i rapporti sessuali si può riprendere dopo cca due mesi; e nella maggiore parte dei casi permettono il raggiungimento dell’orgasmo.